Miei
cari lettori, sono Piera-chan e per introdurre il mio articolo,
vorrei partire da un fatto personale che vi farà capire la
motivazione che mi ha spinto a scegliere questo argomento.
Quando
ero piccola, dopo anni passati a travestirmi da principessa, da
sailor (chi non ricorda il vestito alla marinara!), persino da
patrizia romana (con tanto di bracciale a serpente sul braccio alla
Cleopatra – c’era stata un po’ di confusione di popoli!), un
anno a carnevale mia madre tornò con una vestaglia gialla con strani
geroglifici dicendomi: “Quest’anno a Carnevale ti travestirai da
giapponesina”.
Io
all’epoca, del Giappone, sapevo solo ciò che avevo visto nei
cartoni della mia infanzia e giapponesine con strane vestaglie le
vedevo solo in particolari festività, di cui non sapevo molto.
Per
non portarvela per le lunghe, alla fine indossai questa vestaglia
(onestamente sembravo una balenotta considerato che non sono mai
stata una figura longilinea, e per non illudere nessuno, non lo sono
tuttora), con uno spillone in testa e uno strano ombrellino.
Non
posterò la foto per mantenere ancora un briciolo di reputazione ma,
considerato quello che so ora, vi posso assicurare che ero molto
lontana da una geisha. Quindi se qualcuno per la prossima festa in
maschera, desidera imitare le donne della Terra del Sol Levante, sarà
meglio che segua questi consigli, cuore del mio articolo.
Innanzitutto
vi è una differenza sostanziale tra una geisha e una maiko per
quanto riguarda sia l’abbigliamento che il make-up.
Ma
partiamo con ordine. Il make-up di una maiko è molto più pesante
(sembra quasi un paradosso): viene steso sulla pelle del viso, collo,
petto e nuca uno strato di cera oleosa per permettere al cerone (un
fondotinta bianco) di aderire, conferendo loro quel caratteristico
color latteo alla pelle, un po’ come le donne rinascimentali (com’è
strano, pensando che noi oggi aspiriamo alla super-abbronzatura
ricorrendo a creme scurenti o lampade!).
Ma
molto più caratteristica è la nuca: per accentuare l’artificialità
del trucco, come se il viso fosse coperto da una maschera, si
lasciano due linee a “V” ritenute estremamente sensuali (1) o in
occasioni importanti tre strisce (2).
(1) Linee a "V" |
(2) Tre linee |
Le
sopracciglia vengono scurite con un carboncino, ed infine le labbra
vengono dipinte solo nella parte centrale inferiore. Qualche anno
dopo che si è divenute geishe, ci si può decorare interamente le
labbra e alleggerire tutto il trucco fin quasi a farlo scomparire.
Questo perché la geisha mostra negli anni la sua bellezza
soprattutto interiore attraverso la padronanza delle arti.
Questo
video che ho trovato spiega (per chi non riesce a seguire la velocità
delle parole in inglese, mostra solo) le procedure da dover seguire.
Anche
il kimono - la strana vestaglia che mia mamma mi portò a casa, per
intenderci – sottolinea la differenza tra la maiko e la geisha.
Come nella maiko il trucco è più pesante, anche il kimono è più
vivace nei colori, lunghe pieghe e il colletto rosso; le geishe, al
contrario, indossa kimoni più sobri (il mio apparteneva a questa
categoria!) e colletti bianchi.
A
mantenere il kimono c’è l’obi, una cintura legata in forme
strane con legacci e fermagli.
Una
cosa che mi ha molto colpito è che per loro, è importante che
s’indossi un kimono diverso ogni sera poiché altrimenti gli uomini
ne sarebbero rimasti infastiditi nel vederle sempre con gli stessi
abiti indosso.
Wow,
che vista questi uomini orientali, visto che quelli occidentali, per
poco si accorgono se le donne cambiano il taglio di capelli…
saranno gli occhi a mandorla!
Infine
per completare, i capelli vanno naturalmente alzati con pettinature
particolari, acconciati con bacchette, fiori, fiocchi e nastri.
Ecco
come ci si può diventare geishe, o se preferite maiko, per una sera.
Vi
prometto, per chi si sarà annoiato di sentirmi parlare sempre di
geishe, che dalla settimana prossima cambierò argomento. Grazie per
la pazienza anzi Arigato.
Piera-chan
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