(1) Ciliegio piangente nel parco Maruyama a Kyoto |
Se c’è una cosa che mi ha sempre realmente
affascinato del Giappone (prima ancora che mi appassionassi alla cultura
giapponese) questa è senz’altro la primavera giapponese, e in particolare la
fioritura dei sakura (gli alberi di
ciliegio).
Da anni colleziono immagini
di questi splendidi alberi (e da anni entro in conflitto con mio fratello per
l’immagine del desktop. In questo momento però, sono felice di affermare che a
campeggiare sul desktop è una foto di un bell’albero di ciliegio. Che sia d’
insegnamento! Mai entrare in contrasto con una “nippofila”).
L’albero di ciliegio è
l’albero per antonomasia del Giappone. Nel periodo che va da aprile a metà
maggio i giapponesi si recano da tutte le parti del Giappone a osservare la
fioritura dei ciliegi in circa 60 località. Questa tradizione è chiamata hanami (da hana= fiori e mi= vedere
letteralmente “Ammirare i fiori”).
La tradizione è molto antica
e di origine cinese. Pare che in origine fosse il fiore di prugno ad essere
celebrato durante l’hanami, poi però la bellezza dei “sakura” ebbe la meglio e
da allora divenne il fiore simbolo della cultura giapponese. Nei tempi antichi
si riteneva che in questi alberi risiedessero gli dei. Per questo motivo spesso
i giapponesi ponevano ai piedi
dell’albero offerte per ingraziarsi la benevolenza divina e rimanevano lì a pregare. Il fatto
che la fioritura di questi alberi
coincidesse anche con il periodo di raccolta del riso spingeva molti a pregare
per un buon raccolto (tra l’altro pare che attraverso gli alberi di ciliegio si
potesse predire se il raccolto sarebbe stato buono o meno).
(2) Castello di Hirosaki |
Altre leggende sostengono che
in origine i fiori dell’albero di ciliegio fossero bianchi ma che in seguito
all’ordine dell’imperatore di seppellire sotto di essi migliaia di corpi di
samurai i fiori siano diventati rosa per averne assorbito il sangue (sembra
anche che da allora in poi gli altri samurai, seguendo il loro codice d’onore,
decidessero di suicidarsi sotto questi alberi). Forse è legata a questa storia
la credenza che attraverso questi alberi ci possa essere una sorta di legame
con l’aldilà. E’ un albero intriso di leggende e tradizioni quello di sakura.
Non meraviglia quindi il numero considerevole di coloro che si spostano per
godere dello splendore della fioritura di questi alberi. Luoghi molto visitati
sono il parco Maruyama a Kyoto che ospita il ciliegio piangente (1), varietà unica
al mondo; il castello di Hirosaki (2), famoso per la festa dei fiori di ciliegio; il parco di Ueno a Tokyo (3) ed altre
innumerevoli località!
(3) Parco di Ueno a Tokyo |
Per i giapponesi questo
evento diventa anche un modo per staccare dal ritmo stressante della vita
quotidiana, per rilassarsi e fare un picnic con gli amici a base di sushi, saké
e dango (dango = sorta di gnocco giapponese fatto di farina di riso e
solitamente servito con tè verde). A
proposito dei dango c’è un proverbio che mi ha fatto molto ridere visto che chi mi conosce bene potrebbe attribuirmene
la creazione. In Giappone infatti si dice “Hana
yori dango” (tra l’altro titolo di un famosissimo manga) e cioè “meglio
polpette che fiori”. Sono d’accordo! Non sottovalutiamo la bellezza e la
poeticità delle polpette! Ahah. Ok, e dopo questa, se il lettore non l’avesse
già fatto chiuderà di sicuro la pagina e a buon ragione. Gomen nasai!
Dango |
Ritorno seria (o almeno ci
provo, non prometto niente) e concludo con quello che forse è l’aspetto più
interessante dell’albero di sakura (perlomeno per me), ossia la simbologia che
c’è dietro. L’albero di sakura rappresenta la precarietà dell’esistenza umana,
la sua brevità. Quest’albero sboccia per un periodo molto breve. Eppure in
questa sua brevità è capace di donare gioia e serenità all’animo di colui che
guarda. In cosa risiede questa sua poeticità che ci fa venire gli occhi lucidi?
Secondo la mia modestissima opinione sta nel fatto che, anche se per un periodo molto breve,
esso ci dona la sua massima bellezza. Questo è un insegnamento per tutti noi.
Anche se breve (o proprio perché è breve) questa vita deve essere vissuta con
ardore, passione, dando significato ad ogni piccolo momento. L’albero di sakura
ci stimola a dare tutto noi stessi e a donare
la nostra bellezza senza remore, a “sbocciare” in tutto il nostro splendore.
Come fare? Beh l’albero di sakura ci dice anche questo: dando importanza alle
cose realmente “essenziali”. È un albero che ha bisogno di poco per fiorire in tutta
la sua bellezza: aria acqua, radici. Lo stesso vale per gli esseri umani.
Amore, famiglia e serenità sono tutto ciò che occorre perché questa vita abbia
significato. Come dice il piccolo principe “l’essenziale è invisibile agli
occhi” (spero con questa citazione di aver ovviato alla massima sulle
“polpette”). Vi saluto! Arigato. Alla prossima!
Anto-chan
Un post assolutamente meraviglioso, non c'è che dire!!
RispondiEliminaPersonalmente mi ha sempre affascinata il Giappone, con tutte le sue usanze, tutte le sue sfumature, e leggere questo post non ha fatto altro per me che aumentare il suo fascino nei miei confronti, e solitamente non è facile catturare la mia attenzione, quindi complimenti vivissimi perché mi hai fatta appassionare ancora di più a questa fantastica cultura e a questo paese! Seguirò volentieri questo blog!