Nell’epoca della restaurazione Meji del 1868, il Giappone si aprì al mondo occidentale, con importazioni ed esportazioni soprattutto da e verso la Germania, paese privilegiato per i commerci con l’Oriente. Tra le varie merci esportate spiccano prodotti di valore artistico quali le stampe su blocchi di legno della scuola Ukiyo-e, corrente artistica giapponese del periodo Edo (XVII-XX sec).
Ukiyo-e letteralmente significa immagini dal mondo fluttuante, ovvero la rappresentazione del mondo che cambia e per la prima volta nell’iconografia dell’arte giapponese si rappresenta la realtà urbana delle grandi città come Edo (l’ attuale Tokyo), fatta di cortigiane (le geishe), lottatori di sumo e attori famosi ritratti mentre recitavano.
Oltre alla vita mondana, questo tipo di corrente iniziò a ritrarre anche i paesaggi e la natura tipica giapponese grazie ad artisti quali Hokusai (nome d’arte che significa "studio della stella polare") e Hiroshige.
Hokusai |
Ritratto di Hiroshige |
(1) The great wave |
Il primo è famoso per la sua “The great wave” (1),opera che rappresenta un’onda che travolge la barca di poveri pescatori (simbolo della fragilità umana di fronte alla forza della natura) e per una serie di ritratti del monte Fuji(2).
Il secondo è famoso soprattutto per "The Bridge" (3), opera che è stata imitata da Van Gogh per poterne carpire le tecniche di esecuzione. Entrambi, grazie all’importazione delle loro stampe in Occidente, hanno influenzato, oltre al già citato Van Gogh, Monet, Gauguin, Degas e tutta l’Art noveau.(3) The bridge: confronto tra Van Gogh e Hiroshige |
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