Salve
lettori,
sono
Rosa-chan, una delle redattrici di questo blog. Vista la mia scarsa
preparazione per quanto riguarda il mondo e la cultura giapponese, ho
deciso  di leggere qualcosa che mi
potesse introdurre in questo affasciante universo parallelo e chi meglio di un
giapponese poteva farlo?  Introduzione
alla cultura giapponese di Hisayasu Nakagawa ,pag. 117, ed. Bruno Mondadori, è
un libro che  ha scardinato alcune mie
certezze: l’autore, un prof. Emerito dell’università di Kyoto che ha studiato
approfonditamente l’illuminismo e che per svariati anni ha vissuto a Parigi ,
con occhio occidentale esamina le macro differenze che diversificano una
cultura dall’altra.
 La prima grande differenza è sicuramente la
religione: il credere in un Dio superiore e  
salvifico  è una concezione solo
occidentale, mentre lo scintoismo e il buddhismo (i principali  culti 
in  Giappone) non prevedono nulla
di tutto ciò , un giapponese può benissimo praticare entrambe queste
confessioni, senza per forza risultare incoerente . Praticare è il termine
esatto: i riti fanno la “ religione” e non il credere in un essere
trascendente. 
La seconda,
oserei dire, più grande differenza culturale è certamente la composizione della
società giapponese: un organismo unicellulare in cui gli individui agiscono in
funzione del bene collettivo e non  in
funzione del proprio interesse (con le dovute eccezioni). Da una società di
individui si passa, quindi, ad essere solo società, con tutte le conseguenze
del caso : standardizzazione  dei
caratteri,  mancanza di originalità e
soprattutto carenza di una coscienza individuale (ovviamente di tutto questo
non è possibile  fare una
generalizzazione che valga per tutti i giapponesi).
La terza e
ultima grande differenza che più mi ha affascinato è la diversa concezione dell’arte
e quindi del bello nel mondo giapponese : per noi occidentali l’arte è
svelamento, produzione di verità (l’alèthes greca), mentre nella concezione
giapponese ciò che è artistico è nascosto, più è velato più è bello. Ad esempio
una raffigurazione  potrebbe non
esprimersi solo nell’immagine ma il suo messaggio potrebbe essere supportato da
una frase scritta su un lato o da un elemento che stravolge il contesto
figurativo. 
Spero di
essere stata chiara e aver dato una panoramica generale sulla cultura
giapponese, che mi ha tanto affascinata e che, spero, affascini anche voi!

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