venerdì 3 maggio 2013

Onigiri in a fruits basket


Oggi è mia intenzione parlare di un argomento che mi sta molto a cuore. La pace nel mondo? Ma che! Il cibo! In particolare oggi si parla degli onigiri. Se non siete manga-maniaci né nippofili la parola in questione vi avrà strappato sicuramente un “oni che?”. E’ nella più assoluta normalità. Non preoccupatevi. Suscita le stesse reazioni anche in famiglia nonostante i miei continui tentativi di “nipponizzarla”. Ma andiamo a chiarire l’arcano! L’onigiri è la classica polpetta di riso giapponese avvolta da un’alga per renderne più facile la presa con le mani che avrete visto a più riprese negli anime giapponesi nei cestini del pranzo. Cestini del pranzo da cui sbucano meraviglie di ogni sorta: verdure tagliate a forma di polipetti, omelette a forma di cuore. Da piccola mi sono sempre chiesta (e rimane tutt’ora una domanda senza risposta) questo: “Ma i giapponesi si svegliano alla 4 di mattina per prepararsi il pranzo?” (non che io sia contraria, beninteso. Sono semmai affascinata! L’attenzione allo stomaco prima di tutto!). Di queste polpette di riso di forma triangolare esistono diverse varianti a seconda del condimento. All’interno infatti possono avere un ripieno di fine salmone grigliato, uova di merluzzo, alga kombu, umeboshi (prugne) e possono essere decorati in superficie (ma è facoltativo) da semi di sesamo, fiocchi di sarda o tonno essiccati. Nel passato, soprattutto durante le guerre ,costituivano il pasto base per molti samurai. La facilità nel prepararli, il fatto che fossero facili da portarsi dietro e la salinità del condimento contenuto all’interno che favoriva un principio di conservazione li rendeva ideali in situazioni di continuo spostamento e precarietà come quelle  determinate dalla guerra. Tutt’ora gli onigiri sono molto apprezzati. Esistono negozi appositi specializzati nella  loro preparazione: gli onigiriya


A dimostrazione di quanto gli onigiri siano apprezzati in Giappone vorrei parlarvi di un anime che degli onigiri fa vere e proprie metafore esistenziali. L’anime in questione è fruits basket e nel mio piccolo mi piacerebbe condividere le due storie raccontate in esso  sugli onigiri con voi (se potete, vi consiglio vivamente di guardarvi l’anime). Nel terzo  episodio (intitolato “onigiri in a fruits basket”) la protagonista, che non ha vissuto un’infanzia molto felice, racconta che da piccola lei e i suoi compagni di scuola amavano giocare a “fruits baket”, letteralmente “cesto di frutta”. In questo gioco ogni bambino assumeva  il ruolo di un frutto e iniziava a correre appena si nominava il nome del frutto che gli era stato attribuito. Cosa c’entra con gli onigiri questo? Ebbene c’entra. Perché per escluderla gli altri affibbiavano a lei, invece che un frutto, appunto l’onigiri con il risultato che lei rimaneva sempre seduta da sola  a guardare gli altri divertirsi. “In fondo un onigiri non può stare in un cesto di frutta” afferma Tohru, la protagonista. Chi non si è sentito come un “onigiri in un cesto di frutta” almeno una volta nella vita? Tutti proviamo questa sensazione prima o poi. L’importante è non chiudersi nel proprio “cestino del pranzo” e andare alla ricerca di altri “onigiri” come noi. Perché ce ne sono e anche loro si sentono come noi diversi e incompresi. Aspettano solo che un altro onigiri li trovi.

 Ma passiamo alla seconda storia. Nel settimo episodio Tohru ( sempre lei. E’ in fissa con gli onigiri. Che vi devo dire!) dice che è come se gli esseri umani fossero tanti onigiri, ciascuno con un gusto diverso. Ogni essere umano è triste perché crede di essere una banale polpetta di riso. Non può infatti vedere l’umeboshi che porta attaccato dietro. Per questo spesso è invidioso degli altri onigiri di cui può vedere invece l’umeboshi. Grazie a Dio ci sono gli amici. Loro ci ricordano quando noi non ci crediamo o ce ne dimentichiamo “l’umeboshi” che ci portiamo dentro. Ci aiutano a  capire il  nostro particolare “sapore” quando tra tanti altri “sapori” crediamo di aver smarrito il nostro. Gli amici sono fondamentali nel nostro percorso di crescita e di certo lo sono stati nel mio. Per questo li ringrazio tutti. Arigato. E ora chiudo prima di diventare  eccessivamente sentimentale. Alla prossima lettori onigiri!
                                                                                        
ps: vi lascio con la dolcissima sigla dell'anime fruits basket. Preparate i fazzoletti!



                                                                                                         Anto-chan

5 commenti:

  1. Arigato a te anto-chan!attendo con ansia il prossimo articolo! Però ho una domanda: ma la tua family sa che li sbeffeggi?! Io mi ribellerei:-)

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  2. La mia family (a cui voglio tanto bene) ne è allegramente ignara e spero che continui ad esserlo se voglio pubblicare altri articoli :-)

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  3. Allora... ho preparato i fazzoletti e adesso mi ritrovo in un oceano infinito di lacrime e carta (aiuto... CHE QUALCUNO MI SALVI!!) No okay, tu non puoi fare così, che da un onigiri mi fai ritrovare in lacrime... non è giusto! (E a proposito... ho trovato anche molto interessante la storia degli onigiri, del fatto che lo utilizzavano i soldati durante la guerra).
    Si, gli amici sono importanti nel nostro percorso di crescita e, cosa ancora più importante, è il profondo rapporto di amicizia che ci lega a loro!
    In conclusione? Il pezzo mi è piaciuto tantissimo! Brava, continua così, non vedo l'ora di leggere un altro post!! <3

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  4. troppo buona, davvero. Sono contenta che ti sia piaciuto ma spero di non farti piangere col prossimo articolo, semmai di farti ridere :-) . Grazie del tuo sostegno!

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